Inserimento lavorativo disabili: a chi rivolgersi

La questione delle disabilità e del lavoro è percepita come un argomento spinoso, anche se bisogna ammettere che si stanno compiendo significativi progressi per consentire la piena inclusione delle persone disabili in vari settori lavorativi.

Sono ancora molte le sfide che devono essere affrontate affinché le persone disabili possano partecipare pienamente alla forza lavoro, senza trascurare le altre questioni inerenti l’accessibilità e/o gli alloggi, e non ultima la necessità per i datori di lavoro di adottare una politica globale e inclusiva sul posto di lavoro.

Al giorno d’oggi, l’inserimento lavorativo disabili, sta diventando una priorità assoluta per le istituzioni e, per questo motivo, molti stanno facendo tutto il possibile per facilitarlo.

Innanzitutto, i datori di lavoro devono rendersi conto che l’inclusione delle persone con disabilità nella forza lavoro non solo crea opportunità di crescita sociale ed economica, ma promuove anche l’uguaglianza.

Inserimento lavorativo disabili: la politica del collocamento mirato

In tale ottica il collocamento mirato si è rivelata una delle politiche più efficaci per l’inserimento lavorativo disabili.

Grazie a questa strategia, è possibile valutare le capacità professionali di una persona e inserirla nel mercato dell’occupazione in modo appropriato.

È così che ciascun disabile verrà valutato circa l’idoneità al lavoro e sarà orientato su un posto ideale congruente con le sue capacità ed esigenze ricevendo il necessario supporto per poterlo svolgere con efficacia e produttività.

Un ulteriore passo nella direzione auspicata è stato compiuto con la Legge 12 marzo 1999, n. 68 che obbliga i datori di lavoro ad assumere dei lavoratori con scarsa mobilità.

I nuovi regolamenti

I nuovi regolamenti renderanno più facile per le aziende trovare e assumere lavoratori che si trovano già in una determinata area.

Lo scopo di queste leggi è quello di garantire che le imprese sfruttino i talenti e le capacità delle persone che altrimenti resterebbero emarginate per le loro condizioni di handicap e quindi per sempre escluse dalla forza lavoro.

Inoltre lo scopo della Legge è quella di:

  • Offrire ad una persona disabile l’opportunità di lavorare per sentirsi integrato nella società;
  • Manifestare una forma di responsabilità sociale di impresa;
  • Scoprire che la produttività di un lavoratore disabile può essere persino più elevata di quella di un lavoratore normale;
  • Potenziare, nel clima aziendale, la solidarietà reciproca, l’altruismo, la tolleranza e la crescita personale.

Alla luce di queste nuove norme giuridiche, già attualmente in vigore, le aziende hanno il dovere di assumere lavoratori appartenenti a quelle che vengono chiamate categorie protette e includono le persone con disabilità che vedranno aumentare le occasioni lavorative allo stesso modo di persone normodotate.

L’assunzione in azienda

Per quanto riguarda le quote di disabili in un’azienda vi è da precisare che la loro assunzione ha due modi per essere attuata.

Uno dei due modi è quello della chiamata nominativa per l’inserimento in organico previa valutazione inerente le competenze per il lavoro che dovrà svolgere.

La seconda delle possibilità è quella che si esplica con la chiamata numerica attraverso l’iscrizione ai centri per l’impiego, che individuano il candidato da inserire nel mondo del lavoro per mezzo di una graduatoria già compilata.

In particolare le aziende che hanno in organico da 15 a 35 dipendenti devono ricorrere alla chiamata nominativa, mentre per un organico comprendente tra i 36 e 50 dipendenti le aziende devono inserire 2 lavoratori con disabilità di cui uno per chiamata nominativa e uno con chiamata numerica.

Per tutte le altre aziende che hanno più di 50 dipendenti in organico, devono osservare le seguenti prescrizioni in termini percentuali: il 60 % dei dipendenti disabili devono essere a chiamata nominativa mentre il restante 40% con chiamata numerica.

Esistono categorie lavorative esentate da questi obblighi

Per completezza bisogna ricordare che la Legge prevede che alcune categorie lavorative siano esentate dall’obbligo di assunzione di disabili come ad esempio aziende di trasporto privato o pubblico, per aziende di impianti con funi, nel settore edile ecc. mentre per i servizi di polizia e/o protezione civile l’assunzione dei disabili è solamente prevista per i servizi amministrativi.

In ogni caso il disabile candidato per l’assunzione deve possedere i requisiti richiesti, cioè essere disoccupato e rientrare nell’elenco delle categorie protette previste dalla legge o avere un grado di invalidità al di sopra del 45% che deve essere certificato dell’ASL con l’accertamento della effettiva possibilità di lavorare.

Le cooperative sociali

Un altro modo per l’inserimento lavorativo disabili, consiste nell’applicazione da parte di Cooperative Sociali della convenzione di cui all’ex art. 14, D. Lgs 276/03, che è uno degli strumenti di politica attiva del lavoro e consente alle aziende di osservare gli obblighi di cui alla L. 68/99, favorendo l’inserimento lavorativo di persone disabili

Con la stipula della convenzione l’azienda dà alla cooperativa una o più commesse di lavoro con durata minima di 12 mesi; la cooperativa, svolge il lavoro pattuito nel contratto di affidamento del lavoro e assume una o più persone disabili a copertura delle altrettante scoperture dell’impresa, con contratto di lavoro dipendente per almeno 12 mesi.

Il lavoratore, o i lavoratori disabili assunti dalla cooperativa sociale sono così computati nella quota d’obbligo dell’impresa per tutta la durata della convenzione.